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Recensione: “Concerto a Fes” di Annalina Molteni

Lei è Nora, una giovane pianista di origine marocchine cresciuta in Italia. Deve tenere un concerto a Fes, in Marocco, luogo delle sue origini dove risiede tutt’ora la nonna. La trama, a prima vista, del bel romanzo di Annalina Molteni, «Concerto a Fes» (Flamingo edizioni), è questa. Ma l’evento al centro, il concerto della pianista Italo-Marocchina ormai affermata gestito dal consolato italiano in Marocco, implica ben altro, una complessa storia di emigrazione, di adattamento, di accoglienza a volte e altre volte no; il complicato rapporto tra culture venutesi a creare tra oriente e occidente insomma. l’autrice ci presenta una storia completa, pulsante, interessante, che ruota anche attorno al rapporto con la musica, considerata anch’essa diversamente in oriente e in occidente, che si sviluppa in contrasto con i luoghi comuni o, addirittura, le leggi e le imposizioni delle varie comunità. Insomma, Nora ha talento, molto talento, ma per una musica che non viene giudicata adatta a una ragazza musulmana. in uno slalom tra abitudini e incomprensioni, la giovane fa in tempo a diventare pianista provetta ma anche a scoprire tutto ciò che non sapeva del passato suo e si sua madre, addirittura un’origine del tutto diversa da quella creduta. Scritto con uno sguardo di autentica comprensione per una cultura, quella marocchina, per lo più sconosciuta da noi, «Concerto a Fes» introduce il lettore in un mondo che vive accanto a noi ma che spesso e volentieri è misconosciuto. Ben descritti e di spessore sono i personaggi di Nora, della madre, del padre, della nonna in un crescendo di disvelamento delle identità reciproche, quelle che alla fine risultano dalle relazioni complesse messe in campo dalla storia moderna che è, come ci insegna Annalina Molteni, una storia di sorprendente condivisione

Recensione a cura di – Sergio Ruic

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