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Il Manuale – Epitteto

Epitteto (50 d.C.–130 d.C), insieme all’imperatore romano Marco Aurelio (121 d.C.–180 d.C.), è il principale esponente della scuola filosofica stoica antica. Nel seguente estratto del suo Manuale – di cui è famosa la traduzione di Giacomo Leopardi – invita a distinguere ciò che è in nostro potere cambiare da ciò che non lo è, esercizio preliminare alla serenità. Buona lettura!

MANUALE

di Epitteto

[La bipartizione della realtà, da cui dipendono la felicità e la libertà]

Delle cose, le une sono in nostro potere, le altre non sono in nostro potere. Sono in nostro potere l’opinione, l’impulso, il desiderio, l’avversione e, in una parola, tutte quelle cose che sono nostre proprie azioni; non sono in nostro potere il corpo, il patrimonio, la reputazione, le cariche e, in una parola, tutte quelle cose che non sono nostre proprie azioni: le cose in nostro potere sono per natura libere, incoercibili e prive di impedimenti, quelle che non sono in nostro potere sono deboli, schiave, coercibili ed estranee. Ricorda, dunque, che se riterrai libere quelle che sono per natura schiave, e tue proprie quelle estranee, sarai impedito, ti affliggerai, sarai turbato e ti lamenterai degli Dei e degli uomini; mentre, se riterrai tuo proprio solo quel che è tuo, ed estraneo, com’è realmente, quel che è estraneo, nessuno ti costringerà mai, nessuno ti impedirà, non ti lamenterai di nessuno, non accuserai nessuno, non farai niente controvoglia, non avrai alcun nemico, nessuno ti farà danno, e neppure, in effetti, potrai soffrire alcun danno. Pertanto, aspirando a cose così grandi, ricorda che non devi applicartici con mediocre impegno, ma che devi respingere completamente alcune cose, e altre differire momentaneamente. Ma se vuoi quelle cose, e pure cariche e ricchezze, forse non otterrai neppure queste ultime perché aspiri anche alle prime; e certamente non riuscirai ad ottenere quelle prime cose, che sole assicurano la libertà e la felicità.

Innanzitutto, dunque, esercitati a dire, ad ogni forte rappresentazione che ti occorra: «Sei una rappresentazione, e nient’affatto quel che sembri essere»; poi, indagala ed esaminala in base a queste norme che possiedi, in primo luogo e soprattutto in base a questa: ha a che fare con quel che dipende da noi, o con quel che non dipende da noi? Se ha a che fare con quel che non è nostro, abbi sottomano la risposta: «Non mi riguarda».

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