Condividiamo il meraviglioso e straziante incipit di Il fondo del sacco, ormai un classico della letteratura del Novecento.
IL FONDO DEL SACCO (1970)
di Plinio Martini
Non tornerò in America, forse resisterò anche alla tentazione di farci una scappata a salutare gli amici; so già cosa si sente a ritrovare della gente invecchiata e dei posti che non sono più quelli. Mi devo rassegnare. Ormai sono un pover’uomo che ha soltanto un mucchio di tristezze da tirar dietro: per me la vita è diventata come una domenica d’agosto passata in casa quando sono andati via tutti. E intanto che guardo fuori dalla finestra e vedo le solite cose, penso che sarebbe troppo bello poter girare indietro la vita come i chilometri dell’auto e metterli a zero, alla stazione quel giorno che sono partito, e c’era Maddalena: la stazione era una scatola di zolfanelli messa in capo a quei due binari a scartamento ridotto che avevamo in valle, e maledico ancora oggi il trenino che mi ha portato via. Potessi tornarci, ti giuro che mi sederei sulla valigia testardo come il vitellone che non vuole più salire e gli devono lasciar fare la notte a metà strada dal corte. Ma sono ragionamenti di oggi; allora ero soltanto un ragazzo, e perché avevo il biglietto in tasca pensavo di dover partire.