Vai al contenuto

Recensione “Tra 4 mura”: scrivere di sé per stare meglio

Recensione del Professor Antonello Vanni, educatore e collaboratore del noto psicoterapeuta Claudio Risédi

Scrivere di sé per stare meglio: una strategia terapeutica per la cura di sé, validata da secoli di pratica tra filosofia e letteratura, e proposta come avventura di formazione ai suoi studenti dal prof. Paolo Pellicini, docente di Scienze umane, Storia e Filosofia presso l’Istituto Elvetico “Salesiani Don Bosco” di Lugano (CH). Un’avventura ben scelta, anche per la sua collocazione temporale, quella del lockdown provocato dall’emergenza sanitaria Covid-19. Sì, perché di una proposta pedagogica, finalizzata alla pratica terapeutica dell’autonarrazione, ne avevano proprio bisogno gli adolescenti obbligati a rimanere rinchiusi nelle quattro mura di casa e privati delle consuete e concrete relazioni umane con i compagni e le figure adulte di riferimento a scuola. Con tutte le conseguenze, anche gravi, che questa chiusura ha comportato, nonostante il generoso impegno profuso da tutti i docenti tramite la didattica a distanza.

Conseguenze su cui ha dato l’allarme anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui direttore generale Tedros A. Ghebreyesus ha recentemente affermato che gli effetti indiretti del Covid-19 sulla salute dei bambini e degli adolescenti potrebbero essere più gravi del numero di morti provocati dal virus stesso. I primi risultati delle ricerche dell’O.M.S. hanno infatti evidenziato che gli adolescenti, senza la necessaria attività fisica e la relazione diretta con la realtà e gli altri, dimensioni sostituite dalla vita on line e dall’abuso degli strumenti elettronici, sarebbero gravemente a rischio di ansia, depressione, cyberbullismo e molestie su internet.

Attento all’allarme dell’O.M.S. e sensibile alla richiesta silenziosa di aiuto dei suoi alunni, Paolo Pellicini ha coinvolto questi ragazzi in un progetto narrativo, tra l’autobiografia e il diario, che è poi confluito nel volume Tra 4 mura: adolescenza al tempo del COVID-19 pubblicato dall’Editore Flamingo di Bellinzona.

In questo resoconto di viaggio gli adolescenti hanno raccontato le loro ansie, la solitudine, la nostalgia di tutto ciò che era (stato) il quotidiano, ma anche il desiderio di ritorno alla normalità, i progetti futuri, le aspirazioni cui nonostante tutto sanno tendere con spontaneità i più giovani tanto privati della libertà. Un diario di formazione “a più mani” quindi senz’altro proficuo per i giovani autori del libro curato da Paolo Pellicini, la cui lettura è però consigliata anche a tutti gli altri adolescenti che hanno vissuto queste esperienze e possono ritrovarle e rielaborarle identificandosi, in una sorta di educazione tra pari, con il vissuto dei loro coetanei.

Un volume che inoltre può essere utile anche a tutti i docenti interessati ad ascoltare e ri-ascoltare, nell’exemplum proposto da Pellicini, l’eco di voci ancora vicine: quelle dei loro stessi studenti che, con mille criticità, hanno accompagnato in un percorso di crescita particolarmente impegnativo ma degno di essere (stato vissuto) al fianco delle generazioni più giovani in un momento di così grande difficoltà. Con frutti che ancora dobbiamo scoprire e cogliere…      

Rispondi