Potente romanzo di formazione, dall’intreccio fiabesco e magico, L’Alchimista racconta le vicende di un giovane pastore andaluso alla ricerca del significato dei suoi sogni. Per farlo il ragazzo sarà costretto a intraprendere un lungo viaggio, reale e simbolico, verso sud, superando lo stretto di Gibilterra e attraversando deserti e oasi.
L’incontro fatale con un vecchio Alchimista sarà l’occasione per imparare a trovare un equilibrio, tra l’immersione in sé stesso e la comunione con il mondo che lo circonda.
L’ALCHIMISTA (1988)
di Paulo Coelho
“Non sono venuto qui per farmi leggere la mano,” disse, pentito di essere entrato in quella casa. Per un attimo pensò che fosse meglio pagare e andare via senza sapere nulla: stava dando troppa importanza a un sogno che si era ripetuto.
“Sei venuto per conoscere i sogni,” rispose la vecchia. “E i sogni sono il linguaggio di Dio. Quando egli parla il linguaggio del mondo, io posso interpretarlo. Ma se egli parla il linguaggio della tua anima, puoi comprenderlo soltanto tu. E comunque mi guadagnerò il mio compenso.” “Un altro trucco,” pensò il ragazzo. Eppure decise di rischiare. Un pastore corre sempre il rischio dei lupi o della siccità, ma è questo che rende più eccitante il suo
lavoro. “Ho fatto lo stesso sogno due volte di seguito,” disse. “Ho sognato di trovarmi in un pascolo con le mie pecore, ed ecco che appariva un bambino che cominciava a giocare con gli animali. Non mi piace che tocchino le pecore, loro hanno sempre paura degli estranei. Ma i bambini riescono sempre a toccare gli animali senza farli
spaventare. Non so il perché. Non so come mai gli animali riconoscano l’età degli esseri umani.”
“Torna al tuo sogno,” disse la vecchia. “Ho una pentola sul fuoco. E, oltretutto, tu hai pochi soldi e non puoi prenderti tutto il mio tempo.” “Per un po’, il bambino continuava a giocare con le pecore,” proseguì il ragazzo, un po’ intimidito. “E poi, all’improvviso, mi prendeva per la mano e mi conduceva fino alle Piramidi d’Egitto.”
Il ragazzo aspettò qualche istante per vedere se la vecchia conoscesse le Piramidi d’Egitto. Ma quella rimase in silenzio. “Poi, davanti alle Piramidi d’Egitto,” pronunciò le ultime parole lentamente, perché la vecchia potesse comprenderle bene, “il bambino mi diceva: ‘Se verrai fin qui, troverai un tesoro nascosto.’ E quando stava per mostrarmi il luogo esatto, mi sono svegliato. Tutte e due le volte.”
La vecchia si mantenne silenziosa ancora per un po’ di tempo. Poi afferrò di nuovo le
mani del ragazzo per studiarle attentamente.
(P. COELHO, L’Alchimista, Bompiani, Bergamo 2015, pp. 28-29)