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“Frammenti di realtà immaginate” di Isabella Steiger

Contrasti, armonie, luoghi dell’anima e paesaggi reali. Il quotidiano e la riflessione. La vita e la morte. Frammenti gettati sulle pagine, con attenzione al suono ipnotico, alla funzione della parola. Cosa vuole dire Isabella Steiger in Frammenti di realtà immaginate, un titolo che è già di per sé un ossimoro?

Da sempre per l’autrice la scrittura è strumento di ricerca e non intende portare un messaggio: “Direi che in un’opera, invece di portare o trasmettere un messaggio, ci sia una sorta di punto di scambio tra chi la realizza e chi ne fruisce. Un’intuizione che si evidenzia nello scritto e che può esser compresa da chi legge, attraverso dedizione e curiosità”, spiega. Uno scambio, quindi.

Steiger ha raccolto una cinquantina di poesie che trattano di diversi argomenti. Le ha scritte al mattino, dopo notti sognate o insonni. Ha scelto la forma poetica perché la ritiene più profonda di altre.

Il libro è attraversato da alcuni concetti universali, come l’idea che la morte sia spesso più indagata della vita, caduca e provvisoria. Siamo su questa terra, ma non si sa fino a quando. La visione dell’autrice però non è pessimistica. Piuttosto, si potrebbe definire dolorosa, come lo sono le prese di coscienza. Al contempo, però, comprendere realtà ritenute marginali può dare il via a un cambiamento epocale. L’autrice esprime la certezza di una rinascita futura, un rinnovamento storico. Porta un tormento che le impone di scrivere, in modo ipnotico, istintivo, coinvolgente. Allo stesso tempo, apre alla speranza. La volontà è di sostituire alcune realtà temporali spiazzanti e tragiche con altre più luminose e vitali. Sì, c’è speranza: forse, inconsciamente, il messaggio è questo.

Il trait d’union della raccolta è l’arte, elemento capace di mettere assieme ottimismo e pessimismo, vita e morte, ossimori e figure retoriche. Si ritrova non solo nell’opera di Isabella Steiger ma anche in altre pubblicate da Flamingo, perché la bellezza di un quadro, di uno scritto, di una immagine possono davvero fare la differenza. Nei momenti luminosi e in quelli bui. In Frammenti di realtà immaginate, l’arte “è intesa non come ricerca estetica, bensì come coinvolgimento emotivo–espressivo”, chiarisce l’autrice. Che fa un paragone importante: “L’arte, come il mettere al mondo dei figli, scatena emozioni e sentimenti contradditori. È un equilibrio tra luci e ombre, tra quegli opposti che si fondano in molte esperienze umane”. Come nella vita, in fondo. Steiger ha voluto inserire anche delle fotografie, realizzate anni addietro, che hanno per lei un inestimabile significato.

Qualcuno ha notato delle similitudini col lavoro di Clemente Rebora. Non sono volute, perché Steiger conosceva poco l’autore al momento della stesura. Ha affermato di aver scoperto Ferlinghetti dopo aver terminato l’opera. Il motivo per leggere sta in fondo anche in questo: esprimersi e poi scoprire altri mondi, simili ai propri. Magari partendo proprio da Frammenti di realtà immaginate.

Silvia Bernasconi

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