CORALINE (2002)
Di Neil Gaiman
Neil Gaiman è uno scrittore, fumettista, giornalista e sceneggiatore televisivo britannico. Tra le sue sceneggiature più conosciute figura Stardust (2007), nato come omonimo romanzo illustrato per ragazzi e ragazze. Gaiman è, inoltre, autore del ciclo di fumetti di Sandman, inclusi nell’omonima serie pubblicata dalla DC comics, che, successivamente, l’autore contribuì a trasformare in una miniserie, distribuita da Netflix nel 2022. Nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui la Newbery e la Carnegie Medal per Il figlio del cimitero e l’Hugo Award per il romanzo American Gods.
Coraline nasce dal desiderio di scrivere un racconto per la figlia maggiore, Holly, appassionata di storie di paura, di streghe e di ragazze coraggiose. Purtroppo, però, la stesura del libro si interrompe per sei anni, a causa del trasferimento della famiglia in America, dove l’autore fatica a ritagliarsi dei momenti liberi da dedicare alla scrittura. Tuttavia, resosi conto di avere ancora pochi anni prima che anche la figlia più piccola, Maddy, diventi troppo grande per il racconto di paura, Gaiman trova finalmente la motivazione per terminare il libro, che come lui stesso ricorderà nella prefazione “[ha] iniziato per Molly. L’[ha] terminato per Maddy” (Gaiman 2023: 12).
Pubblicato nel 2002 e trasformato in animazione stop-motion da Herry Selick nel 2009, Coraline è un romanzo horror fantasy per ragazzə, con la chiara intenzione formativa di insegnarci ad attraversare le nostre paure alla scoperta del vero coraggio.
La mia intenzione era stata di scrivere una storia che dicesse loro ciò che avrei desiderato sapere io quando ero piccolo: ovvero che essere coraggiosi non significa affatto non avere paura. Essere coraggiosi significa proprio avere paura, molta paura, una paura da matti, e ciò nonostante fare la cosa giusta.
Neil Gaiman, Coraline, Milano, Mondadori, 2023, p. 13.
Coraline Jones è una ragazza di 11 anni che si trasferisce con la famiglia in un vecchio palazzo, adibito a condominio. Assorbiti dal lavoro, i genitori trascurano la bambina, che, ritrovandosi spesso da sola, si dedica all’esplorazione della nuova dimora e dei suoi dintorni. Un giorno, però, costretta a casa dalla pioggia incessante, Coraline scopre una piccola porta murata nel salotto di casa. Quella stessa notte i mattoni che murano la porta lasceranno spazio a un lungo corridoio che conduce a una casa uguale alla sua, popolata da altri vicini, da un altro padre e da un’altra madre, identici a quelli dall’altra parte della porta, se non fosse per i bottoni cuciti al posto degli occhi. Stregate dall’armonia e dall’allegria che regnano nell’Altra casa, Coraline attraverserà più volte la piccola porta di mattoni, finché non scoprirà che l’attenzione e le premure dell’Altra-Madre nascondono delle intenzioni spaventose.
È curioso come la dimensione dell’Altro appaia anche nella storia editoriale del racconto, sin dalla sua genesi. Infatti, il romanzo venne abbozzato per una figlia e concluso per l’altra. Inoltre, inizialmente Gaiman ambienta il racconto nell’ex residenza signorile, destinata al medico del re d’Inghilterra, poi trasformata in appartamenti, in cui viveva con la sua famiglia nel sud dell’Inghilterra. Successivamente, però, con il trasferimento in America, l’ambientazione si ispira alla nuova dimora di Littlemade, una vecchia casa gotica con una torretta e una veranda panoramica con tanto di scale, poi ripresa nel film di animazione di Herry Selick. Infine, come rivela lo stesso autore nella prefazione, il nome della protagonista che intitola il racconto avrebbe dovuto essere Caroline, che, a seguito di un errore di battitura, è diventato Coraline.
ho capito che era il nome di qualcuno. E a quel punto mi è venuta voglia di sapere cose le fosse successo.
Neil Gaiman, Coraline, Milano, Mondadori, 2023, p. 11.
«Sarà stata una camminata di una ventina di minuti. Scendemmo lungo un pendio, fin sotto il canalone dove scorreva un torrente, e di colpo papà mi disse: “Coraline, scappa. Risali il pendio. Subito!”. Me lo disse con un tono severo, disperato, così obbedii. Corsi su per il pendio. Mentre correvo sentii un dolore dietro il braccio, ma non mi fermai. […] Arrivata in cima alla salita, sentii qualcuno che mi sfrecciava dietro. Era mio padre, che correva come un rinoceronte alla carica. Quando mi raggiunse, mi prese in braccio e corremmo oltre la sommità della scarpata. […] Forse, camminando, avevamo calpestato un vespaio in un tronco marcio. Mentre correvo su per la salita, mio padre si era fermato per darmi il tempo di scappare, e le vespe avevano punto lui. E nella corsa gli erano caduti gli occhiali. […] Disse che non aveva avuto paura mentre era lì fermo con le vespe che lo pungevano e gli facevano male e mi guardava correre via. Perché sapeva che doveva darmi il tempo di scappare, altrimenti le vespe avrebbero inseguito tutti e due».
Coraline girò la chiave nella toppa, che scattò con un sonoro rumore metallico.
La porta si spalancò.
Dall’altra parte non c’era nessun muro di mattoni: solo il buio. Dal corridoio soffiava un gelido vento.
Coraline rimase ferma dov’era.
«E mi disse che non era stata una questione di coraggio, restare buono e fermo a farsi pungere» disse Coraline al gatto. «Non aveva avuto paura e quindi il coraggio non c’entrava niente: era l’unica cosa che potesse fare. Ma tornare poi a recuperare gli occhiali, sapendo che c’erano le vespe e con una grande paura addosso. Quello sì che era stato vero coraggio.»
Avanzò di un passo nel corridoio buio.
[…] «E perché?» le domandò il gatto, con un tono che rivelava scarso interesse.
«Perché» disse Coraline «quando hai paura di qualcosa, ma lo fai comunque, quello è coraggio.»
Neil Gaiman, Coraline, Milano, Mondadori, 2023, pp. 74-76.